Cari Fratelli e Sorelle
San Giovanni Battista ci invita al rispetto e all’amore per Genova, Diocesi e Città. Egli è il nostro Patrono e, come tale, dobbiamo guardarlo con particolare attenzione per ascoltarne il messaggio.
Innanzitutto il messaggio! Il Battista ha resistito al male: Erode era concubino della moglie di suo fratello. Su questa delicata materia del matrimonio e della famiglia, San Giovanni non fa sconti al potente e afferma la verità del matrimonio fino a rimetterci la vita. E’ un esempio grandioso di martirio, che forse – ai nostri giorni – può suscitare domande e qualche sorriso di compatimento. Poteva venire a compromesso; far finta di non sapere; dire frasi ambigue che potessero prestarsi a interpretazioni accomodanti. Qualcuno, oggi, potrebbe considerarlo esagerato e intransigente, addirittura intollerante e illiberale. Ma lui ha resistito alle immaginabili blandizie e alle certe minacce. E’ rimasto ancorato alla verità, servitore della verità non di se stesso; per questo Giovanni è un uomo libero e forte. L’uomo è forte solo quando si appoggia a ciò che è forte: è forte la verità. Neppure la vita è forte perché – quella terrena – passa, mentre la verità resta. E appoggiarsi a ciò che resta è forza che dà la capacità di resistere al male e alla menzogna.
Oggi si parla spesso di fragilità: cos’è mai? E’ l’incapacità di stare dentro a situazioni difficili, a conflitti che fanno parte della vita e della società: domina il sentimento dello star bene emotivo e psicologico, che non dipende dalla verità del bene ma dalle sensazioni. E allora, non essendo ancorati alla roccia della verità spirituale e morale, si cercano compromessi di ogni tipo: economico, affettivo, etico. Anziché rientrare in se stessi e capire il proprio mondo interiore e i fondamenti della propria esistenza, si cerca di eliminare le cause esterne del disagio, nell’illusione di ritrovare il benessere perduto. E questo, a volte, fino alla violenza. San Giovanni, invece, resiste, perché aveva maturato in sé la forza dello spirito nella frequentazione della verità.
Nell’educazione dei giovani, ma ciò vale per tutti, dobbiamo essere più attenti a far maturare la capacità di resistere alle difficoltà che fanno parte del tessuto della storia. Ciò vale per la vicenda umana universale, e vale altresì per essere testimoni di Gesù. Il pensiero unico, di cui parla il Santo Padre, prima ha sparso il dubbio sulle verità universali come la famiglia, la libertà, la vita, l’amore, e poi ha frontalmente negato le evidenze affermando che non esistono principi perenni, in quanto ogni individuo è legge a se stesso, e compito della società è prenderne atto. E’ il nichilismo! Forse anche ai tempi del Battista certi costumi erano diffusi, ma Lui non ne ha preso atto passivamente: ha resistito al pensiero generale – al così fan tutti – ed ha affermato la verità. E in questo suo resistere a Erode Giovanni ha amato Erode e lo ha servito nel modo più radicale e concreto: ha dato la vita. La verità, che Giovanni ha amato fino all’estremo sacrificio, non è astratta, ma è concreta come la carne e il sangue di Cristo. E’ il rapporto con Gesù – via, verità e vita – che scalda il cuore dei credenti e li rende forti, capaci di resistere al male e alla menzogna. E’ la verità di Gesù che si riflette nelle complesse e molteplici situazioni dell’uomo, della società e del mondo: ogni principio e ogni valore, infatti, non appartengono ad un freddo universo stellato, ma alla persona adorabile e amica di Cristo. Per questo ogni credente è chiamato a diventare come il Battista, appassionato e resistente messaggero della verità di Dio e dell’uomo. E questa è la forma alta dell’amore.