Siamo ormai nel pieno del Cammino assembleare che ci ha portato alla XVIII Assemblea diocesana del 14 gennaio 2024, dopo che le Parrocchie hanno già vissuto la propria Assemblea e rinnovato gli incarichi associativi parrocchiali e che ora vedrà il suo culmine con l’Assemblea Regionale e l’Assemblea nazionale del prossimo aprile.
L’Assemblea diocesana, con la partecipazione di oltre 150 delegati delle Associazioni parrocchiali, è stata l’occasione per fare verifica del cammino vissuto in questo ultimo quadriennio, rilanciando la proposta associativa diocesana per i prossimi tre anni, eleggendo il nuovo Consiglio diocesano e approvando il Documento Assembleare 2024-2027 .
Ancora una volta è stata un’occasione di confronto e di festa!
Di seguito pubblichiamo alcuni approfondimenti a cura del Presidente diocesano uscente Luca Mazzolino, degli Assistenti don Francesco Laria e don Claudio Valente e del Vice-presidente Adulti uscente Lorenzo Curinga che ci presenta il contenuto di quello che è il Documento Assembleare per il prossimo triennio – discusso e approvato da parte dell’Assemblea Diocesana – ovvero le indicazioni e gli impegni che l’Associazione si propone per il cammino insieme dei prossimi tre anni.
Questo tempo di impegno e passione vogliamo continuare ad affidarlo al Sacro Cuore di Gesù, rinnovando la consacrazione celebrata in occasione dei 150 anni e lo vogliamo fare, personalmente e insieme, con la preghiera pubblicata qui sotto.
Credo che tanti di noi, e ce lo siamo detto all’ultimo Consiglio diocesano, possano testimoniare la bellezza del servizio in AC. Al termine di questi sette anni prima di tutto ci sentiamo di ringraziare per i tanti doni ricevuti, in primis nelle relazioni tra di noi.
È proprio vero, come dice Papa Francesco, l’AC per noi è stata palestra di sinodalità: camminare insieme a tante persone innamorate della Chiesa, vivere nuove amicizie, misurare i propri limiti, aprirsi al confronto, condividere le responsabilità, scoprire che con l’aiuto degli altri, alla luce della fede, si fa meglio.
Il nostro Arcivescovo Marco ce lo ha ricordato molte volte: dobbiamo discutere tra noi come i discepoli di Emmaus, non per avere ragione, ma per cercare ed esaminare insieme.
Gesù ci ha chiesto l’unità, non di aver ragione gli uni sugli altri. Siamo consapevoli delle fatiche vissute, talvolta anche grandi, ma quanto può essere bello faticare se non lo facciamo per noi stessi ma per il Signore. Per ciascuno di noi il servizio in AC è una chiamata, inserita all’interno della propria vocazione (famiglia, lavoro, studio) che è il primo dovere. Ognuno dà il suo contributo per quello che può e, se non c’è, manca a tutti. C’è posto per tutti! L’esperienza in Azione Cattolica deve sempre essere inclusiva e non esclusiva.
Anche i non aderenti partecipano alle nostre attività. Non facciamo selezione. Siamo appassionati, abbiamo un fuoco dentro che arde e desideriamo coinvolgere più persone possibili perché è un’esperienza bella di Chiesa e di fraternità! Ci aiuta ad essere felici, ad incontrare Gesù anche attraverso l’incontro con gli altri: adulti, giovani e ragazzi senza distinzione di età. Certo che deve esserci la responsabilità e il senso del dovere, ma prima di tutto ognuno di noi deve essere toccato dentro, smosso. È venuto quindi il momento di salutarci con queste poche righe.
Grazie allora a tutte le persone che si sono avvicendate in questi anni nella Presidenza diocesana: Gian Mauro, Eleonora, Lorenzo, Marco, Irene, Irene, Martina, Andrea, Alberto, Sara, Michela, Matteo, Lorenzo, Claudio, Luca, don Marco, don Alvise, don Francesco e don Claudio. Grazie ai Consiglieri diocesani, alla Segreteria, ai Presidenti e agli Assistenti parrocchiali. Abbiamo provato a camminare insieme e quando ci siamo riusciti è stato bello vedere i frutti della Provvidenza. Grazie soprattutto alla condivisione, nella fatica e nella gioia, a mia moglie Chiara e ai nostri quattro figli (Nicolò, Tommaso, Lucia, Giorgio), di cui due sono un dono prezioso ricevuto durante questi mandati.
Le protagoniste principali del testo di Marco sono due figure femminili: una donna affetta da perdite di sangue che tocca il mantello di Gesù e viene guarita e una ragazza morente che toccata da Gesù torna in vita. Due racconti intrecciati uno quasi dentro l’altro.
Nel testo che ci accompagnerà nel percorso formativo di questo anno associativo, non c’è soltanto un desiderio di guarigione ma, se accogliamo con profondità l’icona evangelica, notiamo un cuore che vuole incontrare il Signore espresso proprio da quel verbo “toccare”. Un modo, quasi, per chiedere di entrare in relazione con Lui, e Gesù si lascia così afferrare dai personaggi della narrazione evangelica e si prende cura della loro interiorità.
L’emorroissa e Giairo, il padre della ragazza morente, sono mossi verso Gesù da una profonda fede e trovano nel Figlio di Dio colui che cura le loro ferite e dà pienezza alle loro vite. Alla donna emorroissa dichiara che la sua fede è stata a salvarla; a Giairo dice di continuare ad avere fede.
Anche per gli aderenti di Azione Cattolica, la domanda sulla fede è il punto di partenza per vivere la quotidianità, per imparare a vedere i doni di Dio, per essere quei laici che sanno, come dice il Concilio Vaticano II, assumere il rinnovamento dell’ordine temporale come compito proprio e in esso, guidati dalla luce del Vangelo e dal pensiero della Chiesa e mossi dalla carità cristiana, operare direttamente e in modo concreto. Notiamo così che alla donna guarita Gesù non chiede nulla in cambio, nemmeno di seguirla, ma lascia che continui a vivere nella folla, nel suo ambiente vitale; al padre e alla madre della fanciulla, oltre ad avere fede, chiede di continuare a fare i genitori. Lì nei loro ambienti quotidiani, sono chiamati a evangelizzare e non chiusi in comunità o piccoli gruppi.
La fede così ci aiuta a fare l’impossibile, a dare forma alle nostre idee, a perseverare in mezzo alle difficoltà. Ci mette di fronte a continue sfide, alle quali siamo chiamati a rispondere aprendoci al prossimo con gesti di cura e carità. La fede si alimenta nella testimonianza e si traduce in un tocco, gentile e discreto, che passa da persona a persona.
Il racconto è fatto quindi di storie di contatti, di abbracci che guariscono, d’incontri che cambiano la vita, la risolvono, le danno senso, le restituiscono gioia piena.
L’invito per gli aderenti di Azione Cattolica è di continuare a guardare il Signore Gesù come Colui che si prende cura del cuore, della relazione di fede, che inaugura percorsi di risurrezione. È l’invito per ogni aderente a prendersi cura del cuore dell’altro, è l’invito a lasciarsi guidare dal Signore sulle strade della prossimità.
In piena adesione con l’itinerario sinodale che quest’anno vivrà la sua fase sapienziale, anche l’Azione Cattolica si appresta a vivere un anno in cui il discernimento e l’impegno per il rinnovamento e l’assunzione di responsabilità saranno preponderanti.
L’augurio è allora, in questo anno, di essere capaci ancora di più di corresponsabilità dove ognuno sappia mettere le proprie competenze, il proprio cuore, la propria fede a servizio degli altri.
Si tratta di un tempo di grazia in cui viviamo la fase del rinnovo democratico delle cariche elettive e l’elaborazione del nostro documento assembleare.
La bozza che verrà presentata a tutti i soci durante l’assemblea diocesana del 14 gennaio, ha come titolo una frase di don Tonino Bello “Se la FEDE ci fa essere credenti e la SPERANZA ci fa credibili, è solo la CARITÀ che fa essere creduti”.
Abbiamo pensato di ripartire dai fondamenti della nostra Fede, ossia dalle virtù che sono doni di Dio e manifestazione della Sua infinita Grazia.
Il Documento Assembleare raccoglie le riflessioni e i fondamentali contributi ricevuti a livello Diocesano nell’ultimo anno dalle assemblee parrocchiali, dai genitori dei ragazzi partecipanti alla Festa degli Incontri e al Campo Base, dai gruppi di lavoro durante la Festa di Inizio Anno, dai Consiglieri, dalla Presidenza Diocesana e dai singoli aderenti.
A livello Nazionale, inoltre, il Documento contiene quanto letto e rielaborato raccogliendo le indicazioni in merito agli itinerari per il presente cammino assembleare.
Il Documento si presenta quindi come un lavoro condiviso, frutto dell’ascolto concreto e attivo di chi ha contribuito, del confronto, del dialogo e delle relazioni costruttive.
Il Documento è pensato non solo come supporto e sostegno alle associazioni parrocchiali, ai gruppi, o ai singoli, ma anche come impegno personale e condiviso declinandolo secondo le risorse e le realtà del territorio.
La dimensione è quella unitaria, che valorizza anche le esigenze e le tipologie diverse di incontro per rendere quanto proposto il più accessibile possibile a bambini, ragazzi, giovani e adulti.
In questo lavoro di coinvolgimento di ogni ragazzo, giovane, adulto, vogliamo prenderci cura delle diverse situazioni e condizioni di vita.
Lo stile con cui doniamo la nostra attenzione alle persone che incontriamo, è quello di Gesù che si lascia toccare dalla donna affetta da emorragia e che tocca a sua volta la ragazza morente per salvare entrambe (Mc 5,21-43). Relazioni profonde che toccano il nostro cuore mentre teniamo sempre lo sguardo fissi su di Lui.
In questa ottica di relazione e partecipazione, si innesta anche la scelta democratica dell’associazione che rinnova le proprie cariche, un’azione di corresponsabilità e di consapevolezza, in cui tutti possono avere il proprio spazio ed in cui ciascuno può sentirsi chiamato a mettersi in gioco e offrire i propri talenti ed i propri limiti, per dare valore all’appartenenza all’Azione Cattolica.
“Teniamo continuamente presenti l’operosità della Fede, la fatica della Carità e la fermezza della Speranza nel Signore nostro Gesù Cristo” (1Ts 1, 3)
Ora tocca a noi!
Nella giornata di giovedì 8 febbraio 2024, abbiamo accolto con gioia la nomina, da parte del nostro Vescovo Marco, di Eleonora Russo a Presidente Diocesano per il triennio 2024/2027.
A lei l’augurio di buon servizio da parte di tutta l’Associazione!
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