Racconto di Teologia for dummies – 2nd edition

Con l’ultimo incontro di sabato 27 maggio si è conclusa la seconda edizione di “Teologia for dummies”, il corso di introduzione alla Fede organizzato dall’AC diocesana in collaborazione con l’Istituto Superiore di Scienze Religiose Ligure.

Con il coinvolgimento complessivo di circa quaranta partecipanti, è stata nuovamente una preziosa occasione per “tornare” alle fonti della nostra Fede, per irrobustirla, per meglio dare ragione di essa, là dove il Signore ci chiama come Suoi figli, dalla famiglia allo studio, dal lavoro al servizio.

Così con gli educatori ACR (dai quali l’iniziativa ha preso avvio lo scorso anno) ma anche con i diversi giovani ed adulti presenti abbiamo potuto, nei quattro sotto-corsi proposti, approfondire diverse ed importanti tematiche.

Grazie all’aiuto di don Andrea Villafiorita (direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose Ligure), siamo stati “introdotti” alla Teologia Trinitaria, al grande mistero dell’onnipotenza divina, comprendendo – anche attraverso un’attività più laboratoriale – che “Colui che è, Colui che c’è”, Creatore di tutte le cose, che governa con autorità su di esse, sta pienamente nella nostra logica poiché è Lui stesso il fondamento della ragione. Pertanto, nella nostra vita, più che chiederci se Dio sta nella nostra logica, dovremmo chiederci ciò che è realmente logico in quanto riflesso, impronta di Dio nel mondo creato. Così, quando chiediamo aiuto al Signore, stiamo aprendo la porta alla Sua azione nel nostro presente: la prima vocazione è essere noi stessi, ciò che siamo, ciò che Dio vuole per noi.

D’altra parte, nel successivo corso di Teologia Morale Fondamentale – tenuto da Mons. Marco Doldi (Vicario Generale della nostra Diocesi) – abbiamo capito che lo scopo della vita cristiana è proprio quello di divenire imitatori di Dio, seguendo Cristo che ce lo rivela. Questa è la morale cristiana! Non solo un insieme di norme e precetti ma molto di più, imitazione del Figlio che è immagine del Padre.

Tuttavia, come “spiegare” a chi ci è affidato nell’apostolato – oltre che con la nostra stessa condotta di vita in sequela del Signore – cosa è la morale cristiana? Come possiamo svolgere una buona catechesi morale?

Attraverso un’attività di condivisione abbiamo imparato che la catechesi morale deve essere la catechesi dello Spirito Santo, che è il “dolce ospite” che ispira, conduce e fortifica; la catechesi della Grazia, affinché le nostre opere, nel Suo Spirito , rimangano in Eterno; è una catechesi che fa riferimento alle Beatitudini, autoritratto di Cristo; è la catechesi che presenta insieme peccato e perdono poiché confidare nella misericordia di Dio è liberante dall’affliggente senso di colpa; è la catechesi che insegna le virtù che sono le disposizioni ferme dell’anima a compiere il Bene.

Insomma la buona catechesi morale insegna il comandamento dell’Amore e ha sempre una dimensione ecclesiale affinché ogni scelta personale possa esprimere il proprio essere cristiano, il proprio essere figlio chiamato a fare il Bene.

La morale, infatti, è diversa dal mero moralismo perché non ci dice soltanto “cosa dobbiamo fare” bensì ci porta a testimoniare, con la nostra vita, la buona notizia, la buona notizia dell’opera di Dio in noi.

Nella vita esteriore che ci conduce a fare molte cose e a non pensare, abbiamo allora bisogno di rientrare in noi stessi e di ritornare alla nostra coscienza che ci mantiene vivi e ci fa continuamente domandare se abbiamo fatto bene il Bene e quali persone vogliamo essere. La coscienza, infatti, è “il primo di tutti i vicari di Cristo”, come diceva il Card. Newman e rinnova in noi l’orizzonte della vita eterna che ci incoraggia a scegliere e compiere sempre il Bene, per Amore di Dio.

Aperti all’orizzonte dell’eternità, abbiamo allora avuto l’occasione – con il terzo corso tenuto da Suor Antonella Ponte (docente di Sacra Scrittura presso l’ISSR) – di approfondire l’Apocalisse di San Giovanni Apostolo.

San Giovanni, con questo libro, ci dice che se vogliamo capire il corso della nostra vita lo dobbiamo guardare con gli occhi di Dio. Il testo, infatti, ci racconta la fatica di portare il mondo alle nozze con Dio. Attraverso i messaggi alle sette Chiese, in esso contenuti, ci dimostra proprio i tentavi che Dio continuamente compie per convertire il mondo.

La donna bellissima, “vestita di sole” di cui si parla al capitolo 12, è l’umanità già redenta dal Risorto ma che ancora soffre i dolori del mondo dati dai tentavi del male. È l’immagine della Chiesa che continuamente lotta contro il male ma che è certa che esso non avrà il sopravvento poiché salvata e redenta da Cristo che tornerà per la Gloria eterna.

Questo è l’orizzonte della nostra fede, che salva la nostra vita e le dona senso, dona significato alla realtà ultima delle cose.

Da questo presupposto è dunque incominciata la riflessione del prof. Roberto Timossi (docente di filosofia presso l’Università di Genova e collaboratore dell’ISSR) per l’ultimo sotto-corso dedicato al rapporto tra scienza e fede.

La scienza, infatti, si occupa del fenomenico, di ciò che appare ma non della realtà ultima delle cose e per questo ha bisogno della teologia la quale, a sua volta, ha il dovere di tenersi regolarmente informata sulle acquisizioni scientifiche.

Scienza e fede, quindi, non sono fra loro contrapposte. L’esistenza di Dio, creatore di tutto ciò che esiste, non entra minimante in conflitto con la conoscenza cosmologica della scienza moderna, anzi la integra.

Il dialogo fra fede e scienza, offre dunque la possibilità di mostrare al mondo, in modo efficace e coinvolgente, la ragionevolezza della fede in Dio.

San Giovanni Paolo II, più volte intervenuto sul tema, ricordava infatti come “Scienza e fede devono rimanere collegate per l’obiettivo primario che è la promozione umana. La Chiesa non potrebbe rendere servizio adeguato all’uomo ignorando la scienza, così la scienza, se volesse ignorare la fede. La scienza, senza la fede, diventerebbe presto meno umanizzante”.

Terminata così questa seconda edizione di “Teologia for dummies” ci auguriamo che sia stata proprio un’occasione in più per mostrare a noi stessi e a chi incontreremo che in Cristo risiede il compimento definitivo di ogni nostra aspirazione, grazie ad una fede inquieta, che non ignora gli interrogativi ma che ne fa strumento per alimentarsi e per splendere là dove il Signore ci chiama, affinché tutto possa essere per la Sua gloria.

Con questo auspicio speriamo di darci appuntamento alla terza edizione, sempre più allegri di essere cristiani, senso e felicità della nostra vita che è chiamata all’Eternità!

Cristo regni!

Matteo Di Biase e Lorenzo Buschiazzo

Responsabile e Vice-Responsabile diocesani ACR