“Cercare risposte alla realtà”
Cari Fratelli e Sorelle
- dall’altare della cattedrale – madre di tutte le chiese della Diocesi – iniziamo il nuovo anno pastorale: il secondo del biennio sulla famiglia. La Chiesa di Cristo non è un’organizzazione fredda più o meno efficiente, ma è un corpo vivo e vitale. Non nasce in qualche laboratorio della pastorale, ma dal cuore del Crocifisso. Dal suo sangue nasce un’alleanza nuova tra Dio è l’umanità, vede la luce il nuovo Popolo che è la Chiesa. Sì, dal costato di Gesù non è generata una struttura o una burocrazia, ma un Popolo palpitante. Quel Popolo siamo noi, cari Amici: nessuno si senta solo nel mondo, abbandonato e orfano. Dio ama te così come sei, e con te vuole scrivere una storia d’amore. Ci può essere una grazia più grande? Saperci amati con i nostri limiti e miserie; sapere che Gesù ci guarda con occhi di benevolenza e non smette di credere in noi.
Per questo, ogni atto di questo Popolo o nasce dall’altare o non nasce affatto. Così ogni nuovo percorso pastorale deve scaturire dal cuore di Cristo – l’Eucaristia – e a questo cuore tornare.
Dobbiamo pregare di più, dobbiamo adorare di più Gesù nel Sacramento. Insieme alle nostre comunità dobbiamo crescere attorno all’altare non per ripararci dal mondo, ma per andare nel mondo portando Lui e non noi stessi, la sua verità e non le nostre opinioni. Non potremo mai essere una Chiesa che “esce”, se non siamo un Popolo che “sa restare” alla presenza di Dio.
- Che cosa faremo quest’anno? Dopo il buon lavoro dello scorso anno, e che si è concluso nella Convocazione Diocesana al Palasport con più di settemila persone, dobbiamo ora continuare a pregare per la famiglia. Mai pregheremo abbastanza per la famiglia fondata sul matrimonio di un uomo e una donna, focolare dove si generano nuove vite; dove si scopre la bellezza dei legami; dove ci si educa attraverso la severa scuola dei limiti; dove l’incontro delle generazioni è palestra quotidiana di responsabilità e sapienza. Focolare non di poesia, ma di sacrificio per custodire l’amore, per farlo crescere, per risanarlo se è ferito. Focolare al cui calore le energie si rigenerano, ci si apre all’ascolto, si ritrova fiducia e forza per vivere. Quanto amore e quanto eroismo ho scoperto durante la Visita Pastorale alla Diocesi! Quanta onestà e dedizione nelle famiglie! No, non è vero che l’umanità è alla fine, che la società è persa! Lo si vuole far credere perché si ceda allo scoraggiamento, perché si getti la spugna della bontà e si abbracci la via facile dell’egoismo: facile forse, ma infelice certamente!
- Ma, oltre alla preghiera, dovremo continuare a pensare la famiglia nella luce del Vangelo, del magistero della Chiesa, del buon senso. Le schede, preparate dalla Diocesi, continueranno ad essere un utile strumento per ragionare insieme nelle diverse comunità, gruppi e associazioni, movimenti e scuole. Dobbiamo tornare a pensare e a pensare insieme; dobbiamo reagire alla cultura delle frasi emotive, delle parole ad effetto. Le questioni serie non si affrontano con una battuta o degli slogans: ci vuole fatica, tempo, metodo. Lo esige la dignità della nostra intelligenza.
- Infine, dovremo fare un passo ulteriore e – in un certo senso – nuovo. La comunità cristiana deve trovare delle risposte concrete ad alcuni problemi concreti. Dobbiamo cioè individuare i modi per rispondere meglio alla preparazione al matrimonio, allo straordinario compito dell’educazione dei figli, all’educazione affettiva dei ragazzi perché non crescano con un’idea deforme di amore, alle possibili crisi della coppia, ai problemi non irrilevanti del lavoro e dell’economia della famiglia. Non siamo nel deserto! Già esistono luoghi, esperienze, strumenti consolidati. Ma dobbiamo chiederci: che cosa possiamo fare di più e di meglio? Come credenti, che vogliono essere credibili, non possiamo mancare a questo appuntamento. Anche il prossimo Sinodo sulla famiglia ci stimola su questa strada: e proprio per accompagnare il Sinodo, sabato 4 ottobre ci sarà una veglia di preghiera in Piazza San Pietro con il Papa e i Padri sinodali, dalle ore 18 alle 19,30. Tutti siamo invitati: sono certo che anche la nostra Diocesi non farà mancare la sua generosa presenza.
Strada facendo, si raccoglierà quanto emerge da ogni parte della Diocesi, si tenterà di fare sintesi; se sarà il caso, si comporrà una specie di “Carta della Famiglia” come un umile strumento di vicinanza e di sostegno.
- Non vogliamo però dimenticare l’Anno della Vita Consacrata che si celebra in tutta la Chiesa. Anzi, intendiamo viverlo con gioia, specialmente il 2 febbraio, ma non solo. Già ora rinnoviamo alle anime consacrate la nostra profonda gratitudine per la loro presenza in Diocesi, per la loro testimonianza del primato di Dio, del suo amore che riempie il cuore e la vita.
Su tutto, vegli Colei che ha vegliato sulla sua Famiglia: la Santa Madre di Dio, la Vergine Maria. E’ bello riconoscerlo: nella famiglia, è soprattutto la Sposa e la Madre che veglia, con quella sensibilità e capacità di attenzione e di sacrificio che è incomparabile e insostituibile. Alla Madonna, che veneriamo nella Santa Casa di Nazaret, affidiamo questo nuovo anno pastorale: benedica il nostro cammino, benedica i genitori e i figli, benedica i nonni. Ci renda tutti capaci di amare veramente.
Angelo Card. Bagnasco
Arcivescovo di Genova