Dalla parrocchia al mondo: per un’AC in uscita

di Andrea Ravasi

“Dalla parrocchia al mondo: per un’AC in uscita”: questo il titolo della tre giorni di formazione svolta a Borgo di Castellania (AL), da 4 al 6 Luglio, da circa una quarantina di Adulti di Azione Cattolica, provenienti da diverse parrocchie della diocesi. Grazie a tre relazioni principali ed altre attività laboratoriali, essi hanno potuto riflettere – partendo dal messaggio rivolto da Papa Francesco all’Associazione lo scorso 3 Maggio (vedi: http://xvassemblea.azionecattolica.it/) – sul ruolo dei laici nelle nostre parrocchie, crocevia di spiritualità, carità e comunione, ed andare, quindi, nel mondo per raccontare la gioia del Signore risorto.

Il percorso svolto ha visto il venerdì sera don Francesco Laria, assistente diocesano del settore Adulti, proporre una meditazione dal titolo “Rimanere in e con Cristo”: è infatti rimanendo uniti a Lui, come il tralcio alla vite, attraverso i sacramenti dell’Eucarestia e della Riconciliazione, che possiamo vivere il discepolato in maniera alta, sapendo donarci all’altro in modo gratuito. Mons. Calogero Marino, l’indomani, ha posto l’accento su due dimensioni del vivere in parrocchia: essa deve essere luogo della convivialità delle differenze e dell’ospitalità. Esse sono la conseguenza dell’apertura a tutti in virtù del Battesimo e del riconoscere prima di tutto ciò che unisce da quello che divide. Una parrocchia che sa valorizzare le differenze nell’unità e sa accogliere è segno dell’ospitalità nel cuore di Dio. In  questa prospettiva la lavanda dei piedi insegna i connotati della carità: la pagina di Giovanni consegna l’immagine di deporre le vesti prima che Gesù lavi i piedi ai discepoli. Occorre che nelle comunità parrocchiali venga deposto il pregiudizio, il comodo, l’orgoglio, il punto di vista personale affinché emerga il vero centro: l’Eucarestia.

Il terzo momento di riflessione – la domenica mattina – è stato proposto dalla dott.sa Silvia Corbari, Presidente diocesana dell’AC di Cremona, un’associazione viva e numerosa. Dal suo intervento, dal titolo “La buona notizia si condivide: per un’AC missionaria”, evidenziamo i seguenti passaggi. In virtù del Vangelo, il primo compito da cui non possiamo esimerci è “andare”, mai un’AC ferma, per favore – come ha detto Papa Francesco – facciamo correre la Parola di Dio! Ecco allora che l’evangelizzazione ha forte carica spirituale: essenziale per la nostra fede è sviluppare una tensione perché Cristo sia formato in noi. Trovato l’essenziale poi occorre capire come raccontarlo, per cui sono fondamentali alcuni pre-requisiti: saper conoscere l’uomo di oggi, lì dove sono le sue domande più vere e dove sono i desideri del suo cuore, essere nella Chiesa e renderla missionaria attraverso una attenta presenza nei luoghi di vita per ri-orientare le cose a Dio, proponendo esperienze “duttili”: equilibrio tra la storia e tradizione e il presente delle nostre realtà va cercato e trovato, rischiando di tralasciare alcune abitudini per fare esperienze più aperte. Il cammino per “andare”, allora, dovrà partire dalle domande di vita delle persone per saperle accoglierle, farle sentire Chiesa, farle sentire amate da Dio, in modo serio e strutturato per essere interlocutori credibili, degni di stima.